Italian Paleography

Berkeley, University of California Berkeley BANC MS UCB 10

Legend of St. Blaise

Tuscany, 1467

 

Go to Background Essay
Go to Manuscript page

 

”,,”Legend of St. Blaise “,”

f. 47v:

pe fatto di questa visione raccontai questa chosa a tutti i veschovi e agl’ altri

huomini chattolici: quello che di questo io ò detto in questa ’pistola alcuna uti

le chosa e buona Si sia o qua(n)do questo s’interve(n)gha nol so: non si reputi

a(m)me ma pe meriti di mes(ser) s(an)c(t)o Ieronimo e sse ò detto alcuna chosa superflua

overo disutile e non buona è p(er) chagione della mia insufiçiençia e negligie(n)

çia solame(n)te intervenuto: Eccosi voglio chessia giudicato da ogni p(er)sona.

O Agustino mio k(arissi)mo ricorditi di me nelle tue oraçioni: Chonpiuta è la

’pistola del beato Cirillo; la quale mand ò a mes(ser) s(an)c(t)o Agustino veschovo di

pone(n)sa de miracoli di mes(ser) s(an)c(t)o Ieronimo chonfessore e dottore magnifi

cho Deo graçias amen. Finito el libro di s(an)c(t)o Ieronimo oggi q(ue)sto dì 19 di mar

ço 1467 agli diciotto dì di quaresima scripto p(er) me (ser) Mariotto chappellano alle

chore e alle core l’ò scritto p(er) averlo e p(er) tenerlo in chasa a(r)riv(er)e(n)çia di Dio e di s(an)c(t)o

Ieronimo                         

            La leggienda del beato mes(ser) s(an)c(t)o Biagio vescovo e martire.

Fu nella ciptà di Sebaste nella provi(n)cia di Chapadocia uno (ser)vo di Dio di gra(n)de

santità chiamato Biagio. Il quale morendo il veschovo della ciptà tutti ele

ssono lui volendo Idio manifestare la sua s(an)c(t)à. Adive(n)ne che una do(n)na della

ciptà di gra(n)de s(an)c(t)ità chiamata Giustiniana ebbe uno figliuolo il quale fu a

modo che fe s(an(c(t)o Paulo parendoli bene fare p(er)seghuitava e Chr(ist)iani che p(er) anco

ra erano no(n) molto noti. Ora q(ue)sto figliuolo insieme chogli altri pagha(n)i

uno dì facciendo sacrificio a una statua d’oro di Giove, subito fu p(er)cosso e abba

ttuto chome s(an)c(t)o Paulo. Et paghani che quivi erano molto lo racchomanda

vano a Giove e agli altri idoli nel fine no(n) giovando lo rimenarono alla

madre et ella che era Chr(ist)iana subito gli disse: “io voglio figliuolo che

noi andiamo al n(ost)ro s(an)c(t)o vescovo Biagio e spero egli ti ghuarrà” e assen

tedo il figliuolo n’a(n)darono a s(an)c(t)o Biagio. Giu(n)ti allui gli si gittarono a piedi

domanda(n)doli mira s(an)c(t)o Biagio risponde: “Giovane chiamato Salustiano settu

credi in Je(s)u Chr(ist)o io t’inprometto che egli ti ghuarrà.” E Giustiniano disse “Se

egli mi ghuariscie io spreççerò tutti gli idoli e saro(n)mi Chr(ist)iano.” E s(an)c(t)o Biagio

tre dì stette digiuno e chol diacano insieme di poi lo batteçò di subito

chome l’u(n)se cholla cresima i(m)matane(n)te fu liberato della sua i(n)fer

mitade p(er) la qual chosa ri(n)graçiando Idio subito n’andoe al tenpio

di Giove e alla statua sua e degli altri idoli ruppe e andando per terra

diciendo padre accieso della s(an)c(t)a fede. Et chosì perischono quegli

che no(n) credono i(n) Je(s)u Chr(ist)o essere vero figliuolo di Dio e ghoverna

tore di tutti e salvatore di chi à i(n) lui ferma spera(n)ça veggie(n)do