Newberry, VAULT Case MS 151
Saint Jerome’s Life and Letters
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Comincia la pistola del beato Eusebio la q(u)ale mando al beato
Damaso veschovo portuense Atheodoro sanatore di Roma
della morte del beato Hyeronimo doctore exellentissimo
et chardinale di sancta chiesa
Avendo sancto Hyeronimo compiuti novanta sei a(n)ni avendo una
grandissima febbre e p(er) la grande infermità essendosi ap(ro)ximato
allora della morte fecesi chiamare aissè i suoi discepoli e figluoli spi
rituali i quali elli aveva nutrichato dalla loro giouentù nelle cose
di Dio et raguardando i loro volti pieni di lagrime p(er) amore della
morte sua chome piatoso e mis(er)icordioso lagrimo vegendo noi
piangere et ap(re)ndo gli ochi et raguardando me Eusebio disse con
riposata voce così: Eusebio p(er)chè versi q(ue)ste disutili lagrime no(n) n’è
cosa vana gittare le lagrime sopra uno morto, chi è colui che vive
che no(n) si vegha morire? Niuno adi q(ue)llo che Idio à ordinato e stabilito
à ardito a contradire or non sa tu ch(e) niuno può contradire alla sua
volontà. Oggi mai figluol mio priegoti ch(e) tu no(n) vada seco(n)do la sensualità
del corpo et resta di piagnere però ch(e) l’armi della nostra battaglia
no(n) sono di charne ne corporali. Poi che ebbe parlato a me Eusebio
raguardo li altri figluoli spirituali col volto lieto et giocondo et con
alta voce et allegra disse cosi Resti la vostra mali(n)chonia partasi
il pianto et rallegratevi tutti imp(er)o che hora viene il tempo mio
acceptabile eccho el dì della letitia mia et l’allegraza sop(r)a tutti
li altri dì della vita mia eccho il dì nel q(u)ale el nostro signore Idio è
leale nelle sue parole et giusto nelle sue op(er)e porge la mano
sua accioché l’anima mia ricomp(er)ata del suo p(re)tioso sangue la q(u)ale
era sbandite di paradiso p(er) lo pecchato d’Adamo et posta nella
loro ree op(er)ationi q(u)ali raguardarderan(n)no che tu ogni cosa conosci ai q(u)ali
no(n) sarà più rimedio di mis(er)icordia che adunq(ue) nel tuo cospecto
fara(n)no i peccatori mi(ser)i raguardardando la tua potentia te giudicare
solame(n)te p(er) giustitia i quali à(n)no p(er)duto il tempo nella vanità et mi-
(ser)ia del mo(n)do piu accostandosi alle riccheze fallaci ch(e) ad te più ama(n)do
i loro figluoli or le loro figluole che te desiderando la matta gloria
del mo(n)do più che te raguardanti il tuo volto adirato contro loro aspe-
ctando così crudele sententia Con ciò sia cosa ch(e) la loro p(ro)p(r)ia cosce(n)tia
li acuserà d’ogni piccolo pensiero. Vedra(n)no le schiere delli demoni
p(er) offenderli come essi à(n)no offeso te vedra(n)no incontanete dopo la-
publichata sententia se e(sser)e messi col corpo et coll’anima insieme-
mente nello inferno co diavoli a tormentare ilq(u)ale tormento
mai no(n) arà fine non aspectando inp(er)petuo mai più niuno re-
frigerio guai a q(ue)lli mi(ser)i a q(u)ali incosi breve tempo p(er)cosi vilissimo
diletto temporale et transitorio ilq(u)ale no(n) satia la sete a e suoi po-
ssessori ma lifa(n)no più assettati guai guai ad coloro iq(u)ali no(n) si rima(n)-
gono di pecchare almeno p(er) amore di q(ue)sta paura et no(n) si riman-
gono di puochare la tua iracundia bench(e) e no(n) vogliono p(ro) lo tuo amo-
re rimanersene come debbono. / Oratio(n)e ch(e) fece ina(n)zi alla comunio(n)e
a tu signore mio Ie(s)ù pietoso del q(u)ale è tanta magnificentia ch(e)